In vista del 15 febbraio sostegno alla richiesta di Regione Lombardia di accogliere la sera nei ristoranti i clienti degli alberghi nelle vicinanze delle strutture ricettive: “Una scelta di puro buon senso”
“Cluster” di imprese fortemente interconnesse e specializzate: “Non si possono programmare riprese dell’attività con un orizzonte di due settimane”
“Bene la riapertura degli impianti, ma la sfida della ripartenza ha bisogno di coordinamento e certezze, altrimenti ripartire per molti potrebbe essere difficile”. E’ il monito di Confcommercio Lombardia in vista della riapertura degli impianti nelle stazioni sciistiche.
“Accanto al sollievo, il sentimento prevalente tra gli operatori e quello della prudenza, perché è chiaro che è complesso pianificare il riavvio delle attività con restrizioni che cambiano nell’orizzonte di due settimane” spiega Confcommercio Lombardia.
“Quando parliamo di montagna è opportuno ricordare che ci riferiamo a realtà molto particolari: si tratta di veri e propri ‘cluster’ di imprese – dagli alberghi ai ristoranti, dalle scuole di sci alla logistica e alle attività commerciali – fortemente interconnesse e altamente specializzate che, per funzionare, hanno bisogno di un sistema che si rimetta in moto tutto insieme”.
“Ricordiamo che l’economia della montagna, in Lombardia, vale oltre 500 milioni di euro ogni anno e che, in una stagione normale, vede oltre 2 milioni e 500 mila presenze con ricadute importanti anche sul turismo delle città”.
Tra i nodi da sciogliere c’è quello legato alla ristorazione serale, per questo Confcommercio Lombardia sostiene le richieste degli assessori regionali Guidesi, Magoni e Sertori sulla possibilità di accogliere i clienti degli alberghi nei ristoranti nelle vicinanze delle strutture ricettive: “Una scelta di puro buon senso: al centro deve esserci sempre l’attenzione ai clienti che, altrimenti, si ritroverebbero senza un servizio essenziale e allo stesso tempo tanti alberghi privi di ristorante si vedrebbero tagliati fuori da ogni possibilità di riaprire”.
“Senza ristorazione serale – osserva Confcommercio Lombardia – si favorirà soltanto un turismo mordi e fuggi. Non è realistico e non è pensabile che si sia incentivati a passare un fine settimana in montagna se non si sa dove cenare o si è costretti a farlo restando chiusi in camera. Per noi la prospettiva resta quella della ristorazione, per tutti, aperta sino alle 22, ma per le attività della montagna, dove tutto si tiene, diventa un tema ancora più delicato”.
“L’economica della montagna è estremamente complessa e, allo stesso tempo, è stata tra le più colpite da un anno di pandemia. L’attenzione dev’essere massima per offrire prospettive e, soprattutto, certezze a migliaia di imprese che, nel rispetto delle norme di sicurezza, aspettano finalmente di ripartire” conclude Confcommercio Lombardia.