CONFTURISMO-CONFCOMMERCIO: STOP ALLO SCI COSTA 2,4 MILIARDI DI EURO

Chiudere gli impianti nei comprensori sciistici “costa” – tra alloggio, ristorazione, impianti sciistici, shopping, intrattenimento e servizi vari – circa 2,4 miliardi di euro solo nell’arco alpino tra dicembre e marzo. Una cifra a cui si devono aggiungere anche la mancata spesa per l’acquisto di accessori, abbigliamento e attrezzature per lo sci e l’ulteriore perdita di spesa complessiva derivante dalle altre località sciistiche del nostro Paese. È una situazione che preoccupa fortemente imprese e lavoratori del settore, che corrono il rischio di vedere compromessa la stagione invernale e che rende necessario e urgente un “coordinamento neve”, anche a livello europeo. È la posizione di Confturismo-Confcommercio, che sottolinea che “in condizioni di normalità il numero di presenze turistiche complessive atteso nello stesso periodo in quell’area, inteso come numero di notti a destinazione, è di circa 20 milioni. Cifra che contempla anche il numero dei turisti presso le seconde case di proprietà ed esclude gli ‘escursionisti’, cioè coloro che vanno e vengono in giornata senza pernottare”. “E anche nell’ipotesi di una riapertura degli impianti – conclude Confturismo – sempre tenendo conto delle restrizioni alla mobilità dei turisti sia per l’ingresso dai confini nazionali sia per lo spostamento tra regioni/aree del Paese, verrebbero a mancare oltre 12 milioni di notti a destinazione, pari ad una perdita stimata di spesa di almeno 1,7 miliardi di euro”