13 Giugno 2025 8:05

ASSEMBLEA PUBBLICA DI CONFCOMMERCIO PER GLI 80 ANNI DELLA CONFEDERAZIONE

fonte: Confcommercio – Imprese per l’Italia

“È un’Assemblea particolare”. Così il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha aperto i lavori dell’assemblea pubblica che celebra gli 80 anni della Confederazione. Un anniversario che parte “dal respiro di libertà” del 25 aprile 1945, e da quella “libertà d’intraprendere” che il 29 aprile dello stesso anno diede inizio a una “storia di popolo chiamata Confcommercio”. Una storia che si è allargata nel tempo ben oltre il commercio: “una storia collettiva fatta di donne e uomini, famiglie e imprese, territori e città, cambiamenti e identità”. Il filo conduttore scelto per questi 80 anni è uno slogan tanto evocativo quanto impegnativo: “ricordare il futuro”. E si declina in tre parole-chiave: “continuità, equilibrio, cambiamento”.

Fiducia in calo, crescita debole

Il presidente non nasconde le difficoltà del contesto attuale. “Dal 2020, l’economia globale è stata caratterizzata da un marcato aumento dell’incertezza”, causata da guerre, tensioni commerciali e ritorno dei dazi. “Un mondo con più dazi è un mondo peggiore”, afferma Sangalli, e “la de-globalizzazione non può essere la risposta”. Per l’Europa, oggi, è “tempo di scelte condivise”. Serve più integrazione, dalla politica estera alla difesa, e meno ideologia sulle scelte energetiche. L’UE, insiste Sangalli, deve puntare su “idrogeno sostenibile, nucleare avanzato, rinnovabili ed efficienza delle reti”.

Giovani, lavoro e capitale umano

A preoccupare è il calo della fiducia delle famiglie e soprattutto dei giovani. “Sono loro a essere i più sfiduciati”, denuncia Sangalli, eppure “sono portatori di innovazione e produttività”. Le imprese faticano a trovare personale qualificato: “mancano quasi 260mila lavoratori”. Quattro le priorità: “demografia e politiche per la famiglia, cura delle competenze, contrattazione collettiva rappresentativa, programmazione dei flussi migratori”. Il messaggio è chiaro: “È intollerabile lasciare in panchina la parte migliore e più innovativa della nostra forza lavoro”.

Crescita e fisco: servono politiche a misura di terziario

Confcommercio chiede “politiche che aiutino l’adempimento, il contrasto all’evasione e una tassazione equilibrata dell’economia digitale”. Serve “ridurre le tasse su chi crea ricchezza e buona occupazione”, rendere strutturale la “IRES premiale” per chi investe e assume, e “superare l’IRAP”.

Ma c’è anche un problema di credito: “dal 2011 al 2024, i prestiti alle piccole imprese sono crollati del 42%”. Per Sangalli, serve “valore per imprese, famiglie e territori” e più spazio ai Confidi.

Mezzogiorno, città e legalità

Mai come oggi le risorse per il Sud vanno spese presto e bene”, dice il presidente, e il PNRR è un’occasione “irripetibile”. La crescita del Mezzogiorno, insieme alla legalità, è “un vantaggio per tutto il Paese”. Serve anche “un’agenda urbana nazionale per contrastare la desertificazione commerciale e dare nuove regole a settori come ambulanti e balneari: “senza investimenti, anche le imprese più piccole non reggono”.

Turismo: basta record, servono regole

Il turismo, dice Sangalli, è un asset cruciale: “il mondo vuole Italia”, ma “i primi segnali di affaticamento ci sono”. Il boom degli affitti brevi “fa concorrenza sleale” e compromette la vivibilità delle città. Serve “uno sviluppo regolato, innovativo e sostenibile”. Ed è tempo di “Stati generali del terziario di mercato a livello europeo”.

Cultura, welfare e visione

La cultura, per Sangalli, è un “vantaggio competitivo identitario”. E al centro di tutto restano “le persone”: dal welfare contrattuale alla sanità integrativa, “Confcommercio interpreta il ruolo di grande corpo intermedio”.

Il presidente ha chiuso il suo intervento sottolineando che “ci sentiamo parte del bene comune, costruttori di comunità, tassello indispensabile della storia del Paese”. “Siamo una grande organizzazione storica. Storica perché, con le nostre battaglie, le nostre idee, le nostre persone abbiamo incrociato la storia economica e sociale del Paese. Storica perché siamo fatti di storie che, insieme, fanno la storia.  Storica perché vogliamo lasciare un segno nella storia del Paese”.

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