MENO BUROCRAZIA E SERVIZI CALIBRATI PER LE IMPRENDITRICI: L’INDAGINE DI TERZIARIO DONNA E CONFCOMMERCIO LOMBARDIA

I risultati di una ricerca sulla conciliazione vita-lavoro e sulla parità di genere presentati all’assessore alle Pari opportunità di Regione Lombardia Elena Lucchini

Richiesta di maggiori servizi per le imprenditrici, difficoltà a crescere, tempo limitato da dedicare a sé stesse e difficoltà con la burocrazia. Questi alcuni degli elementi che emergono da un’indagine condotta da Terziario Donna Lombardia e Confcommercio Lombardia sull’imprenditoria femminile del Terziario lombardo. Gli esiti sono stati presentati dalla presidente di Terziario Donna Lombardia Lionella Maggi e dal Consiglio Direttivo – Cristina Riganti (vicepresidente – VA),  Francesca De Lucchi (MI), Alessandra Cereda (BG), Francesca Porteri (BS) – all’Assessore regionale alle Pari opportunità Elena Lucchini.

L’indagine è stata condotta su un campione selezionato di imprenditrici di tutte le province lombarde. Dai risultati emerge una fotografia di imprese di micro e piccole dimensioni, con al massimo 9 dipendenti.

 Conciliazione vita-lavoro

La maggior parte delle imprenditrici dedica alla propria attività dalle 8 alle 10 ore al giorno, ma quasi un terzo lavora oltre le 12 ore quotidiane. Tra coloro che hanno figli e/o genitori, parenti anziani o con disabilità da assistere, il 40% è supportata, soprattutto da parenti, dal coniuge o da un collaboratore domestico.

La soddisfazione per il livello di conciliazione tra l’attività lavorativa e la vita privata è mediamente bassa e una netta maggioranza delle intervistate ha rinunciato nel corso della sua attività ad un’espansione del business per paura di non riuscire a conciliare tutto. Per ovviare a questa difficoltà il 70% afferma di prediligere un’integrazione in termini di servizi – prolungamento orario scolastico, assistenza domiciliare, assistenza disabili – rispetto all’erogazione di voucher.

Per sette imprenditrici su dieci investimenti digitali e modifiche al modello di business possono aiutare la conciliazione, ma la maggioranza di loro ritiene utile un percorso formativo dedicato prima di realizzare investimenti in questa direzione.

 Parità di genere

Quasi il 60% delle imprenditrici percepisce una posizione di parità rispetto alle attività concorrenti guidate da uomini e solo il 30% si sente in una posizione di svantaggio competitivo. Tuttavia, metà delle imprenditrici afferma di aver assistito o vissuto in prima persona episodi di discriminazione, soprattutto da clienti e altri imprenditori, ma anche da parte di dipendenti e fornitori.

 Attività imprenditoriale, formazione e finanziamenti

La maggior parte delle imprenditrici – 60% – ha fondato la sua impresa, mentre il 40% prosegue l’attività di famiglia. Tra gli elementi formativi ritenuti utili per il proprio lavoro, vi sono “soft skills” – capacità comunicative e intelligenza emotiva – alfabetizzazione finanziaria e nozioni di economia aziendale.

L’ostacolo burocrazia

Il 68% delle imprenditrici indica come principale ostacolo la burocrazia. Conciliare vita privata e lavoro e la burocrazia sono i punti più critici nella gestione della propria attività.

 “Ringrazio l’Assessore Lucchini per la disponibilità all’ascolto e al confronto- dichiara la presidente di Terziario Donna Lombardia Lionella Maggi – Il senso dell’indagine, infatti, è quello di restituire un quadro sulla situazione delle imprenditrici lombarde del Terziario e avanzare ai referenti istituzionali proposte mirate e concrete per migliorare la conciliazione vita-lavoro, utilizzando al meglio anche le risorse strutturali europee.  Per migliorare la conciliazione vita-lavoro, ad esempio, è necessario prevedere estensioni e rimodulazioni dei servizi, calibrati sulle esigenze di imprenditrici e libere professioniste, oltre ad un’attenzione ad elementi trasversali come minore burocrazia e formazione”.