Ancora lontani i flussi di clientela pre-pandemia. La quarantena ha segnato le abitudini dei cittadini lombardi: la spesa diventa frugale
E’ una ripartenza con il freno a mano tirato per il terziario lombardo: a un mese dalla riapertura generalizzata delle attività, sono soprattutto i settori del commercio al dettaglio e della ristorazione a non avere ancora ritrovato la spinta per tornare ai livelli pre-lockdown Covid-19 con le modalità di consumo dei cittadini lombardi che risentono delle abitudini da quarantena e dei timori per il futuro.
E’ quanto emerge dalle segnalazioni giunte dalle associazioni territoriali lombarde e dalle associazioni di categoria.
Al momento della riapertura, il 18 maggio, c’è stata sicuramente la voglia di riaffacciarsi alla vita e, perché no, anche allo shopping Ma è innegabile come i consumi si siano generalmente orientati su spese di carattere necessario, quasi come se la quarantena avesse lasciato in eredità comportamenti più frugali, orientati all’essenziale.
Non è un caso che i dati segnalati evidenzino un flusso di clientela ancora molto basso rispetto al periodo pre-lockdown: nel commercio non alimentare i clienti si sono praticamente dimezzati (45-50%), per la ristorazione siamo ad un terzo (35%).
La risposta dei consumatori, insomma, si fa attendere: a pesare, oltre ad abitudini e comportamenti diversi, ci sono le ansie per il domani, una socialità ancora limitata e norme di sicurezza che, seppur necessarie, non agevolano la propensione ai consumi. Determinante anche la drastica riduzione dei flussi dovuta al perdurare dello smart working in molte aziende e alla mancanza dei turisti (nel settore dell’accoglienza si sfiora a malapena il 5% di camere occupate).
Riaprire non ha significato la ripartenza come se niente fosse successo: questi dati lo dimostrano. Solo per il settore moda in Lombardia avremo oltre 2 miliardi di consumi in meno a fine anno, e il rimbalzo sperato ancora non si è visto. I consumatori sono prudenti. Le attività del terziario hanno ancora bisogno di sostegno. A cominciare da una drastica riduzione della burocrazia che, allo stato attuale, impedisce alle varie misure di aiuto di dispiegare con rapidità i loro effetti.