Intervento del presidente di Confcommercio Carlo Sangalli sulle pagine del Sole 24 Ore. “Welfare contrattuale e ruolo storico della contrattazione collettiva sono strumenti importanti che tengono insieme competitività e coesione”
Nella conversazione con Bernhard Scholz che ha fatto seguito al suo intervento al Meeting di Rimini, Mario Draghi ha definito il suo europeismo come «molto pragmatico» e «molto con i piedi per terra». Ha i ricordato, inoltre, che i corpi intermedi sono «uno strumento straordinario» per l’avanzamento del progetto europeo, perché «per loro vocazione, avvicinano le istituzioni e le loro decisioni alle persone»: ruolo tanto più prezioso nel caso di un’istituzione ancora lontana come l’Unione europea. I due concetti – europeismo pragmatico e ruolo dei corpi intermedi – mi hanno richiamato alla mente un passaggio celebre della Dichiarazione Schuman: «L’Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto». Tocca, dunque, anche ai corpi intermedi raccogliere l’appello finale di Draghi a trasformare lo «scetticismo» in «azione». A partire dal contributo sui grandi progetti sulle transizioni energetica e tecnologica, al tema del budget europeo per il 2028-2034, col complicato equilibrio tra competitività e solidarietà, anche alla luce di una rinnovata politica di coesione. Certo, va mantenuto vitale il partenariato dei territori e delle forze economiche e sociali, anche perché, utilizzando sempre le parole di Draghi, “l’Unione europea è soprattutto un meccanismo per raggiungere gli obiettivi condivisi dai suoi cittadini“. Non dimentichiamo, inoltre, l’impatto dei nuovi impegni di spesa per sicurezza e difesa sui bilanci degli Stati membri dell’Ue e, in questo contesto, i rischi di tenuta del welfare europeo. Alla vigilia del Meeting, Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, lo ha segnalato in un suo articolo, annotando poi così: «per una difesa del welfare universalistico, almeno nel breve periodo, possono essere decisivi i corpi intermedi e realtà non profit, fondamentali anche nel garantire coesione sociale insieme agli enti pubblici». Ne deriva un’ulteriore spinta alla valorizzazione del welfare di prossimità di matrice contrattuale e bilaterale e dei suoi istituti in materia di previdenza complementare, di assistenza sanitaria integrativa, di formazione professionale: istituti che sono “cifra” della contrattazione di qualità stipulata tra chi realmente rappresenta imprese e lavoro. Welfare contrattuale e ruolo storico della contrattazione collettiva in base alla diffusione nell’ambito di ciascun settore sono tra i criteri che, con il documento congiunto in materia di codice degli appalti, abbiamo sottoscritto con le principali associazioni imprenditoriali. Rappresenta, in sostanza, una proposta per verificare il requisito della maggiore rappresentatività comparata e per il contrasto del dumping contrattuale e salariale. Anche così si tengono insieme competitività e coesione e si pratica un europeismo pragmatico.
fonte: Confcommercio – Imprese per l’Italia
tratto da “Il Sole 24 Ore”