CONFCOMMERCIO LOMBARDIA: “BASTA CON LA POLITICA DELLE CHIUSURE. SERVE ROAD MAP PER RIAPRIRE”

Blocco delle attività ormai insostenibile economicamente: in Lombardia persi non meno di 4,5 miliardi da inizio anno

Sostegni insufficienti e in ritardo, le imprese devono avere certezze- Non si può più navigare a vista

Le chiusure sono ormai insostenibili dal punto di vista economico: serve una road map per la riapertura di negozi, bar, ristoranti, mercati. E serve subito”. Così il vicepresidente vicario di Confcommercio Lombardia, Carlo Massoletti.

Le imprese del terziario lombardo non possono più sopportare chiusure indiscriminate e che, in alcuni casi, hanno dato vita a profonde distorsioni tra le stesse attività economiche a fronte di sostegni che, a tutti gli effetti, non sono stati né sufficienti né tempestivi. Dopo un anno e due mesi non è ammissibile che l’unica strada per contenere l’emergenza sanitaria sia, ancora, solo ed esclusivamente la chiusura delle imprese di commercio, servizi e turismo” afferma Massoletti che aggiunge “Questo, peraltro, a fronte anche di una comprensibile esasperazione dei cittadini che hanno voglia di superare blocchi e restrizioni, indipendentemente dalla chiusura delle attività economiche”.

Le imprese lombarde, solo dal primo gennaio, hanno dovuto sopportare 65 giorni di fortissime restrizioni: in dettaglio 35 giorni di zona rossa e 30 in arancione. Di fatto, un blocco pesantissimo per due giorni su tre. Senza dimenticare che anche la zona gialla incide pesantemente sui fatturati: pensiamo ad esempio alla ristorazione chiusa la sera, o a tutte quelle che attività, come ad esempio le palestre, di fatto mai riaperte. Il conto? Anche per difetto, parliamo di non meno di 4 miliardi e mezzo bruciati dal terziario lombardo solo in questa parte del 2021” spiega Massoletti.

A ciò bisogna aggiungere il crollo verticale di tutto il comparto dell’accoglienza, con la maggior parte degli alberghi chiusi e fatturati crollati del 90% e la seconda Pasqua trascorsa in lockdown. Il sistema, così, non regge”.

Per questo, secondo Confcommercio Lombardia, occorre un piano preciso per le riaperture: “Serve uno scatto, un approccio diverso: dobbiamo andare oltre la logica delle chiusure e non si può più navigare a vista” rileva Massoletti.In altri Paesi è stato offerto un orizzonte preciso. Oggi ci sono i vaccini, abbiamo i protocolli di sicurezza: dobbiamo calendarizzare le riaperture. A tutti gli effetti molte attività possono lavorare nel rispetto assoluto delle normative e nella sicurezza di tutti. La crisi economica legata alla pandemia è profondamente antidemocratica: per molti le cose non sono cambiate, o le conseguenze sono state limitate; ma per migliaia di piccoli imprenditori e per le loro famiglie è un disastro. Per questo occorre ripartire in sicurezza e bisogna sapere quando e come. Prima che sia troppo tardi” conclude il vicepresidente vicario di Confcommercio Lombardia.

PASQUA, PER COMMERCIO E RISTORAZIONE -2,5 MILIARDI IN UN MESE; IMPRESE CHIEDONO DI POTER RIAPRIRE IN SICUREZZA PRIMA DI MAGGIO

Le prospettive con la zona rossa sino a metà aprile. Per le festività pasquali si perderanno 470 milioni di euro

L’allarme: siamo al tragico bis del 2020, l’unica prospettiva è riaprire in sicurezza il prima possibile

 

E’ pesantissima la prospettiva del periodo pasquale in zona rossa per le attività di commercio, turismo e servizi della Lombardia. Complessivamente, un mese di chiusure, da metà marzo a metà aprile, costerà 2 miliardi e 458 milioni. Nei giorni di Pasqua si perderanno 470 milioni di euro rispetto al 2019. Allarme per le strutture ricettive, con chiusura quasi totale.

E’ la seconda Pasqua passata a tutti gli effetti in lockdown, un altro durissimo colpo a fronte di sostegni ancora insufficienti, che bastano a malapena a coprire poche spese fisse e niente di più ma soprattutto tardivi e con criteri di accesso troppo restrittivi” commenta Carlo Massoletti, vicepresidente vicario di Confcommercio Lombardia.

L’impatto delle restrizioni sarà particolarmente grave per la ristorazione (-80%), per i servizi ricreativi (-75%), per il commercio al dettaglio (-70%).

Scenario nerissimo anche per l’accoglienza. “Nelle strutture ricettive siamo di fronte a tassi di occupazione delle camere quasi a zero, in un contesto in cui la maggior parte degli operatori sui laghi, in montagna e nelle città d’arte non ha neppure aperto, considerate le restrizioni agli spostamenti” spiega Massoletti.

Non è pensabile che le imprese possano sopportare ancora a lungo questa situazione di gravissimo danno economico e profonda incertezza. Il punto è che il deciso cambio di passo sui sostegni non si è ancora visto. E sulle imprese lombarde pesano le conseguenze delle chiusure imposte da inizio anno. Bruciano, in particolare, quelle per l’errata zona rossa di gennaio” sottolinea Massoletti.

Le imprese chiedono soltanto di poter lavorare. Se i numeri del contagio saranno in calo, auspichiamo che si proceda con le opportune valutazioni e si consentano in sicurezza le riaperture al più presto, senza attendere sino a maggio. Non è accettabile procedere con il paraocchi, non è corretto, né giusto nei confronti di migliaia di imprese che soffrono da oltre un anno e che speravano in questa primavera per poter ripartire. E invece siamo al tragico bis del 2020” conclude Massoletti.

CAMPAGNA IL FUTURO NON SI CHIUDE. CONFCOMMERCIO LOMBARDIA: CON CHIUSURE E SENZA SOSTEGNI ADEGUATI SISTEMA ECONOMICO SOTTO SHOCK

Consumi: crollo (-22 miliardi) in Regione nel 2020 e nessun miglioramento con il 2021

Commercio, turismo e servizi non possono sopportare questa situazione ancora

a lungo. Al via la campagna nazionale Confcommercio “Il Futuro non (si) chiude”

Ha preso il via la campagna nazionale Confcommercio “Il Futuro non (si) chiude” e Confcommercio Lombardia lancia l’allarme: “In Lombardia il 2020 si è chiuso con un calo dei consumi di 22 miliardi di euro*. Un vero shock economico per le imprese, che non possono sopportare ancora a lungo chiusure non accompagnate da adeguati indennizzi. Abbiamo di fronte tre emergenze: vaccini, sostegni e riaperture”. “La crisi è profonda e trasversale: dal comparto turistico alla ristorazione e all’accoglienza; dalla filiera degli eventi e dei catering al commercio al dettaglio e all’ingrosso” spiega Confcommercio Lombardia. “Le chiusure, il coprifuoco, le restrizioni di movimento, pur motivate dall’emergenza sanitaria, hanno messo in crisi l’intero sistema. Per questo servono azioni concrete e servono subito”.

“Sui sostegni c’è molta delusione” rileva Confcommercio Lombardia “perché si tratta di risorse assolutamente non adeguate alle esigenze e alle aspettative delle imprese. Conti alla mano, ogni attività si ritroverà con cifre che copriranno a malapena qualche spesa fissa, non di più. E ricordiamo sempre la zona rossa in cui finì per errore la Lombardia a metà gennaio, per la quale le imprese aspettano ancora risarcimenti specifici. Sul fronte vaccini la parola d’ordine è una soltanto: accelerare”.

“E’ chiaro che così non si può continuare. Gli operatori di tutti i settori chiedono solo una cosa: poter lavorare. In sicurezza, certamente, ma non è più possibile andare avanti con chiusure ad oltranza senza alcuna prospettiva e senza indennizzi adeguati”.

Per questo Confcommercio Lombardia aderisce e rilancia la campagna nazionale di Confcommercio “Il Futuro non (si) chiude” che, con un video e scatti fotografici d’autore dal forte impatto emotivo mostra, nel modo più realistico possibile, gli effetti della pandemia soprattutto nel commercio, nel turismo e nella cultura.

“L’obiettivo della campagna ‘Il futuro non (si) chiude” conclude Confcommercio Lombardia “è far sentire la voce delle imprese che stanno pagando un conto pesantissimo alla pandemi,a ma che non vogliono arrendersi e chiedono, in sicurezza, di poter ripartire”.

 

*Dato Ufficio Studi Confcommercio

LA RIVOLUZIONE GREEN E’ GIA’ QUI, DA 7 IMPRESE DEL TERZIARIO LOMBARDO SU 10 AZIONI ALL’INSEGNA DELLA SOSTENIBILITA’

I risultati del sondaggio tra oltre 700 aziende illustrati nel corso dell’evento “4Green” per Milano Digital Week

 Terziario in prima linea per cogliere le opportunità della transizione verde e digitale. Necessario costruire il prossimo futuro oltre la pandemia

PUOI RIVEDERE L’EVENTO ONLINE 4GREEN, CLICCANDO QUI

7 imprese del terziario lombardo su 10 hanno già attivato azioni sostenibili, gli imprenditori però chiedono interventi per essere sostenuti e accompagnati nel percorso verso la sostenibilità, in particolare dalle istituzioni.

A testimoniarlo i risultati di un sondaggio realizzato da Confcommercio Lombardia tra oltre 700 imprese, i cui risultati sono stati illustrati oggi nel corso dell’evento “4Green, per un terziario digitale e sostenibile” organizzato nell’ambito della Milano Digital Week 2021.

All’evento online hanno partecipato il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, l’assessore allo sviluppo economico di Regione Lombardia Guido Guidesi, il vicepresidente di Confcommercio Lombardia Carlo Massoletti, il direttore del centro ricerche Green dell’Università Bocconi Marco Percoco e il direttore operativo di Cariplo Factory Riccardo Porro. L’analisi ha rilevato che una vera e propria rivoluzione “green” è già in atto tra le imprese di commercio, servizi e turismo della Lombardia su un tema, quello della sostenibilità, che sarà al centro di una quota importante dei fondi europei del recovery plan.“Il mondo del terziario si sta fortemente impegnando per accompagnare le imprese verso la sostenibilità e la trasformazione digitale. Nell’ultimo anno il digitale è cresciuto a doppia cifra nelle abitudini e nei consumi “ ha affermato il presidente Carlo SangalliDigitale e green sono quindi leve determinanti per lo sviluppo futuro della società post-Covid”. Nel dettaglio, la ricerca condotta da Confcommercio Lombardia ha evidenziato come il 73% delle imprese abbia già attuato azioni per la riduzione dell’impatto ambientale, mentre l’86% si è detto consapevole di una sensibilità sul tema diffusa tra i consumatori. Importante sottolineare che le imprese attivano misure non soltanto secondo “obblighi di legge”, ma esiste un diffuso grado di proattività e di investimento economico dal momento che il 53% delle imprese dei servizi si è attivata per ridurre i rifiuti prodotti (non solo per smaltirli correttamente), che il 31% delle imprese del turismo afferma di fare attenzione ad approvvigionarsi di energia da fonti rinnovabili, che il 39% delle imprese del commercio ha studiato iniziative per ridurre imballaggi e modificato il packaging.

Particolare importanza riveste la scelta dei fornitori sulla base criteri etico-ambientali, effettuata dal 68% delle imprese del commercio e dei servizi

“Questo ci dice due cose: da un lato le imprese accolgono gli stimoli dei consumatori, molto sensibili sul tema. Dall’altro il terziario emerge come motore del cambiamento, con scelte consapevoli e proattive che influiscono su tutta la filiera” commenta il vicepresidente vicario di Confcommercio Lombardia Carlo Massoletti. “Dobbiamo costruire oggi il futuro oltre la pandemia – prosegue – restando in prima linea su temi fondamentali che riguardano la qualità della vita di tutti e che porteranno grandi opportunità”.

“Digitalizzazione e sostenibilità non possano prescindere l’uno dall’altra. Non è possibile immaginare la transizione ecologica senza che il digitale modifichi positivamente la qualità della vita dei territori. E in questo compito svolgono un ruolo determinante le piccole imprese come interfaccia con i consumatori, capaci mai come in questo momento, di modificare anche il mondo della produzione dei beni” ha sottolineato Marco Percoco, direttore Centro Ricerche GREEN Università Bocconi.

Tra le criticità segnalate dalle imprese che ancora non hanno potuto attivarsi sui temi della sostenibilità, la mancanza di competenze o risorse umane qualificate (61%) o la mancanza di budget (59%)

L’economia circolare è un nuovo paradigma di sviluppo economico e le imprese devono essere guidate verso questo tipo di transizione” ha spiegato Riccardo Porro, direttore operativo di Cariplo Factory “un’operazione fondamentale anche per cogliere opportunità di business secondo le nuove richieste del mercato”.Per questo la formazione diventa un tema prioritario, in particolare sui temi delle competenze digitali (necessità del 43% delle imprese dei servizi) e della sostenibilità ambientale e dell’economia circolare (36,5% delle imprese dei servizi, 31% del commercio).

Tra le richieste alle istituzioni per essere più “green” il 45% delle imprese chiede incentivi fiscali, il 40% finanziamenti a tasso agevolato o a fondo perduto, il 34% corsi di formazione gratuiti o a basso costo.

 

CONFCOMMERCIO LOMBARDIA E FEDERDISTRIBUZIONE ADERISCONO A CAMPAGNA VACCINALE DI REGIONE LOMBARDIA

Un bacino di 2 milioni e 700mila lavoratori.

“Sforzo comune per vedere la luce in fondo al tunnel”

 

Confcommercio e Federdistribuzione aderiscono alla campagna vaccinale anti-Covid nelle aziende promossa da Regione Lombardia.

«Sarà un contributo decisivo all’avanzamento della campagna vaccinale – commentano all’unisono le due associazioni – Il mondo del commercio e del terziario lombardo partecipa allo sforzo comune che ci permetterà, finalmente, di vedere la luce in fondo a questo lunghissimo tunnel della pandemia. Con questo accordo mettiamo in campo tutto il peso del sistema del commercio e del terziario, un bacino di oltre 2,7 milioni di lavoratori in oltre 530 mila imprese. Abbiamo già riscontrato interesse e grande disponibilità da parte delle imprese per offrire la possibilità ai lavoratori di sottoporsi al vaccino. Questo a testimonianza del forte senso di responsabilità di tante aziende e imprenditori, dimostrato già nei momenti più duri di questi mesi difficilissimi».

«L’auspicio è quello di creare le condizioni per una ripartenza economica e sociale. Dobbiamo cercare di garantire l’avvio della stagione estiva e, in prospettiva, della stagione fieristica a settembre e dei grandi appuntamenti internazionali. Pensiamo ad esempio al Salone del mobile o alla Fashion week, vitali per l’attrattività di Milano. L’unico modo per rimettere in moto tutti i settori del terziario – dal commercio, ai servizi, dalla ristorazione all’accoglienza – è quello di dare una spinta decisiva alla campagna vaccinale. È stata inoltre evidenziata la necessità di un’attenzione particolare per le microimprese che vorrebbero partecipare alla campagna vaccinale ma non disponendo di spazi o personale adeguato, chiedono di poter essere affiancate» precisa Confcommercio Lombardia.

«Mettere in sicurezza i lavoratori delle aziende della Distribuzione Moderna significa offrire a tutta la comunità un primo importante passo verso il ritorno alla normalità. Accogliamo positivamente l’iniziativa della Regione Lombardia con l’auspicio che si approfondiscano rapidamente tutti gli aspetti tecnici e di ricevere un quadro di indicazioni precise e regole chiare per fornire alle imprese un contesto definito nel quale muoversi. È infatti necessario farsi trovare pronti quando saranno disponibili sufficienti dosi di vaccini così da poter procedere a ritmo sostenuto con la campagna, assicurando il corretto coordinamento con la struttura commissariale e con la cabina di regia nazionale», aggiunge Federdistribuzione.

CONFCOMMERCIO LOMBARDIA:SUI VACCINI LE IMPRESE CI SONO MA CHIEDONO CERTEZZE

Alla vigilia di una nuova probabile stretta anti-Covid per la regione

Le chiusure siano accompagnate da un’accelerazione della campagna vaccinale,

terziario pronto a fare la sua parte

“Nuove chiusure? Che siano accompagnate da una tangibile accelerazione sulla campagna vaccinale”. E’ il monito di Confcommercio Lombardia alla vigilia di una nuova, probabile, zona rossa in Regione. “Queste nuove restrizioni arriveranno in un momento in cui ci si aspettava la ripartenza, in una primavera che doveva segnare la riapertura e, invece, sarà quasi l’esatta copia di un anno fa”.

“Siamo all’ultimo miglio, i vaccini sono l’unico modo per uscire da questa situazione che in tutta Italia ha già lasciato sul terreno oltre 300 mila imprese, per questo ogni ritardo o incertezza non è più sopportabile” aggiunge Confcommercio Lombardia.

“A questo proposito è opportuno ricordare che le imprese del terziario sono sempre state in prima linea assumendosi la responsabilità di offrire servizi essenziali per i cittadini ed esponendosi al rischio anche nei momenti più acuti dell’emergenza. E’ bene che di questo si tenga sempre conto, anche nel calibrare le priorità del piano vaccinale”.

“Confcommercio è pronta a fare la sua parte, e ad attivare iniziative per la vaccinazione dei dipendenti delle imprese associate, in un meccanismo che tenga conto della natura estremamente diversificata e complessa del sistema del terziario ma contemporaneamente forte della capillarità sul territorio” aggiunge Confcommercio Lombardia.

“Un senso di responsabilità – conclude Confcommercio Lombardia – che la nostra Organizzazione nella sua articolazione nazionale ha reso ancora più manifesto con iniziative apripista come la creazione di un hub vaccinale nella sede di Genova, già aperto alle necessità di tutta la cittadinanza”.

 

ZONA ARANCIONE “SCURO” DA 5 MARZO, MA TERZIARIO HA GIA’ PERSO 1,7 MILIARDI NEL 2021

Da domani la regione in arancione “scuro” e l’umore delle imprese è sempre più nero

L’appello: si faccia in fretta con il Decreto sostegni e si acceleri la campagna vaccinale

Almeno 1,7 miliardi di euro. E’ il conto di Confcommercio Lombardia sulle perdite del terziario regionale a seguito delle chiusure alternate per zone rosse, gialle e arancioni dall’inizio del 2021; nel dettaglio la Lombardia è stata 7 giorni in zona rossa, 23 in zona arancione e 28 in zona gialla*

Una cifra enorme, e approssimata per difetto, per la quale le imprese ancora non hanno ricevuto ristori e non sanno con precisione quando li avranno” commenta il vicepresidente vicario di Confcommercio Lombardia, Carlo Massoletti.  “La stima – spiega – comprende le perdite subite per ogni grado di chiusura partendo dall’assunto che anche nella fascia con meno restrizioni, quella gialla, ci sono perdite dovute, ad esempio, alla chiusura serale delle attività di ristorazione. Occorre sottolineare, inoltre, che nel conto è compresa anche la perdita per la settimana di zona rossa inflitta alla Lombardia per errore, dal 17 al 23 gennaio, nel pieno della stagione dei saldi e per la quale aspettiamo che il danno venga risarcito”.

Il conto di Confcommercio Lombardia arriva alla vigilia dell’ingresso in arancione “scuro” per la regione (da domani 5 marzo): la zona arancione rafforzata con le ulteriori restrizioni.  “Sarà un altro durissimo colpo” rileva Massoletti e, sullo sfondo, restano anche le pesantissime perdite del turismo, basti pensare ad alberghi e agenzie di viaggi. “Non direttamente legato alle chiusure ‘per fasce’, ma, anche in questo caso, parliamo di fatturati crollati dell’80%” aggiunge Massoletti.

Confcommercio Lombardia chiede, quindi, che si faccia in fretta con il nuovo Decreto Sostegni: “Bisogna fare presto: l’ultimo intervento di ristoro risale a dicembre. Il tempo è la vera discriminante per la salvezza, l’unico salvagente in grado di impedire alle imprese di affondare e di poter avere lo slancio necessario per sfruttare i primi fondi del PNRR che arriveranno nei prossimi mesi. Auspichiamo che le risorse siano sufficienti e i ristori, quindi, arrivino per tutti i settori colpiti e a tutte le imprese che hanno subito calo di fatturato, senza distinzione” afferma Massoletti.

Senza dimenticare che gli imprenditori sono schiavi di una continua incertezza che ha una ricaduta devastante, anche in termini psicologici. E’ chiaro, infine, a tutti che l’orizzonte debba essere quello di un ritorno alla normalità: per questo occorre accelerare la campagna vaccinale. Il tempo per la tenuta del sistema economico è quasi scaduto” conclude Massoletti.

CONFCOMMERCIO LOMBARDIA: “MONTAGNA, BENE LA RIAPERTURA IL COMPARTO RIVENDICA CERTEZZE”

In vista del 15 febbraio sostegno alla richiesta di Regione Lombardia di accogliere la sera nei ristoranti  i clienti degli alberghi nelle vicinanze delle strutture ricettive: “Una scelta di puro buon senso”

 “Cluster” di imprese fortemente interconnesse e specializzate: “Non si possono programmare riprese dell’attività con un orizzonte di due settimane”

“Bene la riapertura degli impianti, ma la sfida della ripartenza ha bisogno di coordinamento e certezze, altrimenti ripartire per molti potrebbe essere difficile”. E’ il monito di Confcommercio Lombardia in vista della riapertura degli impianti nelle stazioni sciistiche.

“Accanto al sollievo, il sentimento prevalente tra gli operatori e quello della prudenza, perché è chiaro che è complesso pianificare il riavvio delle attività con restrizioni che cambiano nell’orizzonte di due settimane” spiega Confcommercio Lombardia.

“Quando parliamo di montagna è opportuno ricordare che ci riferiamo a realtà molto particolari: si tratta di veri e propri ‘cluster’ di imprese – dagli alberghi ai ristoranti, dalle scuole di sci alla logistica e alle attività commerciali – fortemente interconnesse e altamente specializzate che, per funzionare,  hanno bisogno di un sistema che si rimetta in moto tutto insieme”.

“Ricordiamo che l’economia della montagna, in Lombardia, vale oltre 500 milioni di euro ogni anno e che, in una stagione normale, vede oltre 2 milioni e 500 mila presenze con ricadute importanti anche sul turismo delle città”.

Tra i nodi da sciogliere c’è quello legato alla ristorazione serale, per questo Confcommercio Lombardia sostiene le richieste degli assessori regionali Guidesi, Magoni e Sertori sulla possibilità di accogliere i clienti degli alberghi nei ristoranti nelle vicinanze delle strutture ricettive: “Una scelta di  puro buon senso: al centro deve esserci sempre l’attenzione ai clienti che, altrimenti, si ritroverebbero senza un servizio essenziale e allo stesso tempo tanti alberghi privi di ristorante si vedrebbero tagliati fuori da ogni possibilità di riaprire”.

“Senza ristorazione serale – osserva Confcommercio Lombardia – si favorirà soltanto un turismo mordi e fuggi. Non è realistico e non è pensabile che si sia incentivati a passare un fine settimana in montagna se non si sa dove cenare o si è costretti a farlo restando chiusi in camera. Per noi la prospettiva resta quella della ristorazione, per tutti, aperta sino alle 22, ma per le attività della montagna, dove tutto si tiene, diventa un tema ancora più delicato”.

“L’economica della montagna è estremamente complessa e, allo stesso tempo, è stata tra le più colpite da un anno di pandemia. L’attenzione dev’essere massima per offrire prospettive e, soprattutto, certezze a migliaia di imprese che, nel rispetto delle norme di sicurezza, aspettano finalmente di ripartire” conclude Confcommercio Lombardia.

CONFCOMMERCIO LOMBARDIA: ZONA ROSSA, CHI HA SBAGLIATO RISARCISCA LE IMPRESE

Gli errori e il caos sui numeri del virus sono costati 

oltre 600 milioni alle attività del terziario

Inaccettabile un danno aggiuntivo che colpisce un sistema economico già allo stremo

“Un errore che è costato alle imprese lombarde almeno 600 milioni di euro, ed è una stima prudenziale: a questo punto, ci aspettiamo che si faccia chiarezza al più presto su chi ha sbagliato, e che le imprese vengano risarcite”.

Confcommercio Lombardia commenta così il ritorno della regione in zona arancione dopo una settimana di zona rossa che ha costretto alla chiusura forzata migliaia di imprese.

“Non ci interessano le polemiche politiche. Noi evidenziamo la realtà dei fatti: decine di migliaia di imprese hanno subito un ulteriore stop che, per quanto riguarda l’abbigliamento, è bene ricordarlo, è arrivato nel pieno della stagione dei saldi. Ma non c’è solo la moda, parliamo di un blocco forzato per tanti comparti, dai negozi di arredamento ai mercati non alimentari, agli estetisti, solo per citarne alcuni”.

“E’ evidente che se c’è stato un errore da parte di qualcuno, è giusto che venga posto di fronte alle proprie responsabilità. Non si scherza sulla pelle delle imprese. Non è possibile sbagliare in modo così grave su numeri che incidono su un sistema economico già colpito da tre lockdown”. “E’ inaccettabile un danno aggiuntivo che colpisce un mondo imprenditoriale già allo stremo” conclude Confcommercio Lombardia.

IMPRESE: SERVONO PIU’ INTERVENTI DI SOSTEGNO E SERVONO VELOCEMENTE

Bene la lettera inviata da Regione Lombardia al Presidente del Consiglio Conte che, sulla base anche delle nostre stime, chiede più flessibilità per interventi sulla spesa corrente da affiancare ai ristori del Governo”.

E’ il commento di Confcommercio Lombardia alla missiva inviata a firma del Presidente della Regione Attilio Fontana al Governo, per sollecitare la possibilità di intervenire con nuove misure regionali a sostegno dei settori più duramente colpiti dalle nuove serrate anti-Covid.

Le misure previste dal Governo sono benvenute, ma ancora non bastano a sanare le perdite di questi mesi” sottolinea Confcommercio Lombardia.

La stima della perdita in Lombardia per il solo settore della ristorazione, sottoposto al vincolo delle chiusure alle 18, è di 860 milioni ogni mese.

Ma accanto a questo – prosegue Confcommercio Lombardia – bisogna ricordare che è il terziario tutto ad essere schiacciato da una crisi senza precedenti. Parliamo, oltre che della ristorazione, degli esercizi al dettaglio, dei servizi, del comparto del turismo, e molti altri. Sono interi settori economici che rischiano la sopravvivenza, stiamo mettendo a dura prova la tenuta stessa del tessuto economico lombardo”.

Nessuno vuole porre in contrasto la tutela della salute e l’economia, ma proprio per questo – rileva Confcommercio Lombardia – le imprese hanno bisogno di liquidità con interventi commisurati alla perdita reale di fatturato e, soprattutto, immediati”.

Il nostro allarme è stato chiaro: è finito il tempo degli annunci” conclude Confcommercio Lombardia. “Gli imprenditori, che in questa emergenza hanno dimostrato senso di responsabilità, hanno bisogno di risposte, e ne hanno bisogno ora”.