CONFCOMMERCIO LOMBARDIA: “NON DEVE CALARE IL SILENZIO SULLA ZONA ROSSA INGIUSTIFICATA DI GENNAIO”

Si deve trovare una modalità di risarcimento del danno: le imprese se lo aspettano e non dimenticano. Anche il nuovo Governo si occupi della questione

“L’auspicio ovviamente è che la Lombardia resti in zona gialla e che, all’orizzonte, possa esserci il via libera all’apertura della ristorazione sino alle 22 e che anche le altre attività di servizi chiuse possano gradualmente riprendere”. Così Confcommercio Lombardia alla vigilia della verifica per il “colore” delle Regioni. Confcommercio Lombardia torna, però, su due fronti ancora aperti, quello dei ristori e quello dei danni subiti dalle imprese a seguito dell’errore che portò la Lombardia in zona rossa a metà gennaio. “Sul primo punto ribadiamo l’appello del presidente Carlo Sangalli al presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi per ristori tempestivi e adeguati alle effettive perdite di fatturato. Sul secondo aspetto, vogliamo sottolineare una cosa: le imprese se lo aspettano e non dimenticano, i giorni di chiusura immotivata devono essere risarciti”. “Sul tema della zona rossa ingiustificata non deve calare il silenzio” prosegue Confcommercio Lombardia “i danni subiti dalle imprese, di tutti i settori, dal commercio al dettaglio alla ristorazione, sono ancora tutti lì a pesare come un macigno sulle spalle degli imprenditori. Ricordiamolo: la sola settimana di zona rossa dal 17 al 24 gennaio è costata in Lombardia almeno 600 milioni di euro. Si deve trovare una modalità di risarcimento del danno”.

“Le polemiche e il rimpallo delle responsabilità non ci appassionano, qui il punto è un altro” sottolinea Carlo Massoletti, vicepresidente vicario di Confcommercio Lombardia “Auspichiamo che anche il Governo che sta per nascere si occupi il prima possibile della questione. E rivolgiamo un appello affinché, in questa nuova fase, Esecutivo e Regione trovino una linea comune. Si individui, insomma, la formula più adatta, ma si trovino le risorse”.

“Aspettiamo ristori, che a questo punto sono risarcimenti, perché abbiamo subito un danno ingiusto, e il tema deve essere sempre all’ordine del giorno, a tutti i livelli istituzionali. Ed è giusto – conclude Confcommercio Lombardia – che le imprese abbiano una risposta, il prima possibile”.

CONFCOMMERCIO LOMBARDIA: ZONA ROSSA, CHI HA SBAGLIATO RISARCISCA LE IMPRESE

Gli errori e il caos sui numeri del virus sono costati 

oltre 600 milioni alle attività del terziario

Inaccettabile un danno aggiuntivo che colpisce un sistema economico già allo stremo

“Un errore che è costato alle imprese lombarde almeno 600 milioni di euro, ed è una stima prudenziale: a questo punto, ci aspettiamo che si faccia chiarezza al più presto su chi ha sbagliato, e che le imprese vengano risarcite”.

Confcommercio Lombardia commenta così il ritorno della regione in zona arancione dopo una settimana di zona rossa che ha costretto alla chiusura forzata migliaia di imprese.

“Non ci interessano le polemiche politiche. Noi evidenziamo la realtà dei fatti: decine di migliaia di imprese hanno subito un ulteriore stop che, per quanto riguarda l’abbigliamento, è bene ricordarlo, è arrivato nel pieno della stagione dei saldi. Ma non c’è solo la moda, parliamo di un blocco forzato per tanti comparti, dai negozi di arredamento ai mercati non alimentari, agli estetisti, solo per citarne alcuni”.

“E’ evidente che se c’è stato un errore da parte di qualcuno, è giusto che venga posto di fronte alle proprie responsabilità. Non si scherza sulla pelle delle imprese. Non è possibile sbagliare in modo così grave su numeri che incidono su un sistema economico già colpito da tre lockdown”. “E’ inaccettabile un danno aggiuntivo che colpisce un mondo imprenditoriale già allo stremo” conclude Confcommercio Lombardia.

ZONA ROSSA, COLPO INSOPPORTABILE PER IL COMMERCIO

Il nuovo giro di vite impatterà su 34mila imprese dell’intera filiera moda nel pieno della stagione dei saldi

Il vicepresidente vicario Carlo Massoletti: “Provvedimento feroce”. Servono interventi di emergenza, risarcimenti veloci  e soprattutto sostanziali

Covid: la zona rossa rischia di infliggere il colpo finale ad un sistema commerciale lombardo già in ginocchio. E’ l’allarme lanciato da Confcommercio Lombardia dopo la prevista decisione del passaggio della Regione in zona rossa a partire da domenica.

Non solo la crisi terribile in cui versano pubblici esercizi; ora il nuovo giro di vite, un provvedimento feroce che andrà ad infierire anche su tante attività commerciali che hanno già sopportato il lockdown di novembre e le chiusure di dicembre. E tra l’altro nel pieno della stagione dei saldi. Non esageriamo se parliamo di provvedimento feroce, un disastro” commenta Carlo Massoletti, vicepresidente vicario di Confcommercio Lombardia. 

I dati apparivano in miglioramento ma la stretta sugli indici introdotti dal nuovo DPCM ha spento le speranze per tanti esercizi commerciali che si aspettavano una timida boccata di ossigeno dai saldi invernali. Ora la zona rossa rischia di essere la pietra tombale definitiva. “Sarà una débacle per tanti negozi di abbigliamento, di calzature, di casalinghi, di pelletterie e valigerie. Non si può finire in zona rossa da un giorno all’altro”.

Dobbiamo renderci conto che a rischio c’è la tenuta di un sistema economico già al limite perché il tessuto commerciale delle nostre città è già fortemente compromesso da mesi di restrizioni della mobilità e di vero caos normativo, con il consumatore costretto a destreggiarsi tra regole e divieti che cambiano di giorno in giorno” osserva Massoletti.

Una stagione di vendite promozionali – prosegue Massolettiperaltro già fortemente penalizzata in partenza – con un calo della spesa a famiglia stimata in almeno 70 euro rispetto allo scorso anno – che però ora in Lombardia sarà definitivamente compromessa”.

L’inserimento della Regione in zona rossa andrà a chiudere nuovamente gli esercizi commerciali di abbigliamento e calzature impattando su 34mila imprese dell’intera filiera moda. Ancora una volta a tutto vantaggio del solo commercio online.

A questo punto non c’è un comparto del terziario lombardo che non sia colpito dalle restrizioni; se non ci saranno subito altri risarcimenti veloci e sostanziali la tenuta del sistema è appesa ad un filo. Così come la vita di tanti centri storici e delle vie commerciali delle città” conclude Massoletti.

LOMBARDIA “ZONA ROSSA”: LE RESTRIZIONI ALLE ATTIVITA’

Confermato dal Presidente del Consiglio l’inserimento della Regione Lombardia tra le cosiddette “zone rosse” previste dal D.P.C.M. del 3 novembre 2020.

Come specificato da Regione Lombardia, cessano quindi contestualmente di avere effetto le precedenti ordinanze del Presidente della Regione.

Di seguito le principali restrizioni che entreranno in vigore da venerdi 6 novembre:

  • E’ vietato ogni spostamento in entrata e in uscita dai territori salvo che per gli spostamenti motivati  da comprovate esigenze lavorative o  situazioni  di  necessità  ovvero per motivi di salute
  • È vietato ogni spostamento con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili in tale comune.
  • Sono sospese le attività dei servizi di ristorazione ad esclusione delle mense e del catering continuativo su base contrattuale. Resta consentita la sola ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché fino alle ore 22,00 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze
  • Sono sospese le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità e le altre attività consentite nell’allegato 23/24.
  • Nei centri commerciali è consentito l’accesso alle attività consentite ferme restando le chiusure nei giorni festivi e prefestivi già previste a livello nazionale;
  • Sono chiusi, indipendentemente dalla tipologia di attività svolta, i mercati, salvo le attività dirette alla vendita di soli generi alimentari.
  • Restano aperte le edicole, i tabaccai, le farmacie, le parafarmacie.
  • Sono sospese le attività inerenti servizi alla persona tranne lavanderia e pulitura di articoli tessili e pelliccia, attività delle lavanderie industriali,  tintorie, servizi di pompe funebri e attività connesse, servizi dei saloni di barbiere e parrucchiere.

Inoltre, restano valide le seguenti norme in vigore a livello nazionale

  • Sono sospese le attività dei parchi tematici e di divertimento
  • Sono sospese le attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali, fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza nonché culturali, centri sociali e centri ricreativi
  • Sono sospesi gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all’aperto; restano comunque sospese le attività che abbiano luogo in sale da ballo e discoteche e locali assimilati, all’aperto o al chiuso
  • Sono sospesi i convegni, i congressi e gli altri eventi, ad eccezione di quelli che si svolgono con modalità a distanza
  • Sono sospese le mostre e i servizi di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura
  • sono sospesi i viaggi d’istruzione, le iniziative di scambio o gemellaggio, le visite guidate e le uscite didattiche comunque denominate
  • Sono sospese le attività di sale giochi, sale scommesse, sale bingo e casinò, anche se svolte all’interno di locali adibiti ad attività differente

Norme che varranno per “almeno 15 giorni” e comunque non oltre la data di efficacia del decreto, cioè inizio dicembre.

SCARICA L’ELENCO COMPLETO (ALLEGATI 23/24) DELLE ATTIVITA’ CONSENTITE