4GREEN, PER UN TERZIARIO DIGITALE E SOSTENIBILE. CONFCOMMERCIO LOMBARDIA ALLA MILANO DIGITAL WEEK 2021

Anche quest’anno Confcommercio Lombardia partecipa alla #MilanoDigitalWeek che, per questa edizione, ha come tema la “Città equa e sostenibile”. Saremo in live streaming sui nostri canali social giovedi 18 marzo alle 11 con l’evento  #4Green, uno sguardo verso il futuro per un terziario sempre più digitale e sostenibile.
Dopo l’apertura del Presidente Carlo Sangalli e i saluti istituzionali dell’Assessore allo sviluppo Economico di #RegioneLombardia Guido Guidesi, il vice Presidente Vicario Carlo Massoletti presenterà i risultati di un sondaggio diffuso tra le imprese del terziario lombardo sui temi della sostenibilità con il commento del prof. Marco Percoco, Direttore del Centro Ricerche GREEN dell’Università Bocconi.
Riccardo Porro, Direttore Operativo di Cariplo Factory, illustrerà poi l’esperienza di “Circular Economy Lab”, il primo laboratorio in Italia per l’economia circolare realizzato in collaborazione con Intesa Sanpaolo Innovation Center.
A seguire un focus su best practices e azioni sostenibili messe in atto dalle imprese della Lombardia.
Per registrarti https://bit.ly/3c9XvX1
Scarica il programma completo qui 
 #Savethedate #4Green, giovedi 18 marzo ore 11:00

“BLACK FRIDAY”  NON SIA “VENERDI’ NERO” DEL COMMERCIO FISICO, TRE CONSIGLI PER NON SBAGLIARE

Il Black Friday e il Cyber Monday sono pratiche di importazione, entrate nella globalizzazione delle modalità di consumo: non vanno demonizzate, ma occorre fare acquisti consapevoli”. E’ l’invito di Carlo Massoletti, vicepresidente di Confcommercio Lombardia, in vista di domani, venerdì degli sconti. In Lombardia il Black Friday, vale quest’anno 313 milioni, un quinto del totale nazionale.

E’ innegabile che il canale del commercio on line rappresenti oggi una quota preponderante degli acquisti, ma è altrettanto vero che la ricorrenza può diventare un’opportunità anche per il commercio tradizionale. Perché non dimentichiamo che è possibile acquistare anche in moltissime attività commerciali che sono chiuse, ma che associano ad accattivanti vetrine anche siti e-commerce e vendite personalizzate”.

E’ importante ricordare che il canale del commercio online può e deve essere complementare all’acquisto tradizionale” sottolinea Massoletti. “Anche i nostri comparti, d’altronde, si sono attrezzati: la digitalizzazione delle imprese, che hanno affrontato gli ultimi mesi con spirito proattivo, cresce al ritmo del 280%. Questo cambio di paradigma deve però verificarsi in un regime di giusta concorrenza e di regole uguali per tutti; per questo sosteniamo da tempo la necessità di una web-tax per una tassazione più equa verso i colossi dell’e-commerce”.

L’acquisto deve essere sempre un momento di gioia e di soddisfazione. E non sempre scegliere on-line è semplice” ricorda Massoletti.

Tre consigli dunque per il Black Friday:

In primo luogo, attenzione all’acquisto di impulso. Anche quando alcuni negozi sono fisicamente chiusi per le restrizioni, è possibile ricevere consigli dai negozianti, per esempio attraverso i canali social delle attività che conosciamo, e valutare attentamente ciò che si compra. In secondo luogo, diamo il giusto valore alla qualità dei prodotti, difficilmente valutabile solo con un clic online su piattaforme impersonali. Terzo, non cediamo in facili tentazioni: ricordiamo che non sempre, cercando il risparmio esagerato, si risparmia per davvero”.

Davanti all’allentamento delle reti relazionali, non ci stancheremo mai di ricordarlo, niente potrà mai sostituire davvero l’esperienza dell’acquisto dal vivo” conclude Massolettiil valore rappresentato dai negozi delle nostre città resta sempre più un patrimonio inestimabile”.

 

COMPRA E ORDINA NEI NEGOZI DI FIDUCIA, UN VIDEO PER ACCENDERE LE LUCI DELLE NOSTRE CITTA’

Un video realizzato da Confcommercio Lombardia e diffuso tramite i canali social, che invita i cittadini in vista del black friday e del Natale a “comprare o, se necessario, a ordinare” i regali nei negozi di fiducia della propria città per ripartire nonostante l’emergenza Covid.

PUOI VEDERE IL VIDEO QUI

https://fb.watch/1Tw70NYjQL/

I negozi delle nostre città sono parte della nostra vita. Oggi più che mai, per i nostri acquisti, compriamo e ordiniamo nei nostri negozi del cuore.

 

 

COPRIFUOCO E CHIUSURA NEI WEEK END: PREOCCUPAZIONE PER TENUTA IMPRESE

Fermare l’attività dei negozi, della ristorazione e dei centri commerciali nel fine settimana vuol dire mettere in ginocchio il commercio e la tenuta delle imprese

Forti ripercussioni negative per gli orari ridotti dei pubblici esercizi

Il provvedimento annunciato da Regione Lombardia che prevede la chiusura nei fine settimana degli spazi della media e grande distribuzione non alimentare, tra cui i centri commerciali, e che impone la chiusura anticipata alle 23 dei pubblici esercizi, desta molta preoccupazione nelle imprese associate a Confcommercio Lombardia, Cncc, Confimprese, Federdistribuzione e Fipe.

Il mondo del commercio non alimentare e della ristorazione è già stato messo a dura prova durante i mesi di lockdown, con gli esercizi chiusi e vendite azzerate che, alla situazione attuale, prevedono a fine anno una stima di perdite del fatturato ben superiori al 30%. Stime molto alte di perdita anche per i pubblici esercizi nell’ordine di decine di milioni di euro al mese.

I negozi della media e grande distribuzione, i centri commerciali e i pubblici esercizi sono stati tra le prime realtà ad adeguarsi ai protocolli di sicurezza, gestendo l’affluenza e la sanificazione degli ambienti, rilevando la temperatura e dotando di prodotti igienizzanti i clienti. La sicurezza di clienti e collaboratori è sempre stata messa al primo posto. Dalla riapertura degli scorsi mesi i punti vendita hanno dato costantemente mostra di poter esercitare la propria attività in totale sicurezza, offrendo le garanzie necessarie ai cittadini e contribuendo a contenere la pandemia.

Il coprifuoco serale, con la chiusura anticipata dei pubblici esercizi ha risvolti dubbi in termini di efficacia nella prevenzione del contagio ma avrà conseguenze certamente devastanti nella propensione a frequentare le attività di ristorazione. Per contro, l’anticipo della chiusura rischia semplicemente di favorire code e assembramenti, proprio quello che, in teoria, si vuole evitare.

Pur condividendo la necessità di mettere in atto tutte le misure necessarie per contrastare la diffusione del Covid-19, anche valutando la definizione di ulteriori protocolli di sicurezza, è necessario considerare le conseguenze su un settore già compromesso da oltre due mesi di chiusura, che hanno generato importanti contrazioni di vendita a fronte di costi fissi incomprimibili e spese aggiuntive per il rispetto dei protocolli di sicurezza. Il settore è il motore dell’intera economia. Affossare il retail significa affossare l’economia del Paese.

Fermare l’attività nel fine settimana vuol dire mettere a repentaglio i fondamentali del mondo del commercio e concentrare i consumatori in 5 giorni su 7 con conseguenze sulla sicurezza. Tale prospettiva preluderebbe a inevitabili ripercussioni sui livelli occupazionali e sulla tenuta stessa delle imprese.

Occorre valutare tutte le possibili soluzioni che tutelino sia la sicurezza sanitaria sia la tenuta del sistema economico e di un settore fondamentale come il commercio che, qualora il provvedimento dovesse essere approvato, necessiterebbe di misure adeguate per sostenere la continuità delle imprese.

 

BANDO DISTRETTI DEL COMMERCIO: CONFCOMMERCIO LOMBARDIA E ASSOCIAZIONI TERRITORIALI INSIEME PER AGGIORNAMENTO

Un’occasione per fare il punto sullo stato di avanzamento dei progetti relativi al Bando regionale “Distretti del Commercio per la ricostruzione economica territoriale urbana”,  proporre chiarimenti e confrontare idee, esperienze e buone pratiche.

E’ stato questo l’obiettivo della riunione organizzata, in videoconferenza, da Confcommercio Lombardia a cui hanno preso parte i rappresentanti di tutte le Associazioni territoriali Confcommercio lombarde e la DG Sviluppo Economico di Regione Lombardia.  Un incontro che si è rivelato proficuo, anche grazie all’ampia partecipazione, e particolarmente utile in vista della presentazione dei progetti.

Il Bando regionale “Distretti del Commercio per la ricostruzione economica territoriale urbana” è dedicato ai distretti presenti in Regione Lombardia e mette a disposizione 22 milioni di euro destinati al rilancio delle economie urbane e all’adattamento delle imprese alla situazione post-emergenza covid-19.

Su impulso di Confcommercio Lombardia nel 2008 Regione Lombardia ha conferito, prima in Italia, una nozione giuridica precisa dei Distretti del Commercio. Oggi in Lombardia i distretti sono 126. Negli anni hanno visto investire risorse per oltre 70 milioni e generato una leva economica da oltre 220 milioni di euro.

ALLARME COMMERCIO LOMBARDO: – 8,2 MILIARDI NEL 2020. IMPRESE A CONDUZIONE FAMILIARE, A RISCHIO IL 50%

E’ pesantissima la proiezione delle perdite per il commercio al dettaglio in Lombardia per il 2020: 8,2 miliardi (-40%). (stime Ufficio studi della Confcommercio milanese).

Il 65,8% delle imprese che subisce perdite è a conduzione familiare. Il loro reddito in emergenza COVID-19 scende nel 2020 al 40% di quello in contesto normale. E’ a rischio chiusura fino al 50% di queste microimprese.

A marzo i consumi in Lombardia erano già calati del 32%. (4,101 miliardi di euro) e le prospettive sono ovviamente ancora più negative, a causa del lockdown totale di aprile e delle molte attività commerciali ancora chiuse in questo mese di maggio di avvio della “Fase 2”.

E’ bene ricordare  che, con 211 miliardi, la Lombardia rappresenta il 20% dei consumi nazionali.

I settori del turismo e dei servizi, fermi nella quasi totalità (tra il 90 e 100%) escono stremati da oltre due mesi di stop forzato. Secondo Federalberghi, nel 2020, il fatturato del comparto ricettivo subirà una perdita di quasi 17 miliardi di euro (71,4%) a livello nazionale.

Anche gli oltre 50mila esercizi della ristorazione lombardi sono pressoché fermi, con una parziale ripresa solo per il delivery e il take away.  Ogni giorno di chiusura in più produce danni gravissimi e mette a rischio imprese e lavoro: Fipe-Confcommercio (la Federazione italiana dei pubblici esercizi) stima che ogni settimana di chiusura determini a livello nazionale una perdita di 1 miliardo e 700 milioni. 

La ritardata riapertura degli esercizi commerciali, dei pubblici esercizi e di molte attività artigianali, come prospettato nel calendario della Fase 2” non farà altro che peggiorare la situazione. 

Ed è altrettanto evidente  che se ci saranno alcune filiere in grado di ripartire immediatamente a regime, una volta rimosso il blocco, ce ne saranno tante altre, soprattutto le più colpite, come quella turistica, che avranno una ripresa molto lenta. E quando parliamo di filiera turistica parliamo non soltanto degli alberghi, già prostrati da un pressoché totale azzeramento della clientela, ma anche di commercio non alimentare, di attività legate allorganizzazione di eventi, del catering, delle attività d’intrattenimento.

Per questo è stata chiesta al Governo dalle nostre associazioni del settore del turismo la dichiarazione di stato di emergenza per il settore.

Il commercio non food è in ginocchio, con ordinativi stagionali sui quali nemmeno svendite e promozioni potranno compensare le perdite ingenti del comparto.

Sul fronte degli interventi per le imprese, resta al primo posto la necessità immediata di liquidità, più che con I prestiti, attraverso contributi a fondo perduto. La leva dei prestiti, per laccesso ai quali peraltro si chiede un immediato azzeramento della burocrazia, dev’essere accompagnata dalliniezione di soldi veri”, specie per quei settori che hanno visto ridurre quasi totalmente il proprio fatturato.

Quanto alle locazioni commerciali serve il riconoscimento dello status giuridico della  causa di forza maggiore con la possibilità, per l’operatore commerciale in affitto, di chiedere un indennizzo per fronteggiare il pagamento del canone di locazione. Dev’essere inoltre prevista l’estensione del credito di imposta per le locazioni commerciali anche per i contratti d’affitto d’azienda o di ramo d’azienda. E infine i tributi locali: servono equità e buon senso: se con la chiusura non produco perché devo pagare la tassa rifiuti? 

LIQUIDITA’: SEMAFORO VERDE PER DOMANDE PRESTITI SINO A 25 MILA EURO

Piccole e medie imprese e lavoratori autonomi possono richiedere e ottenere i finanziamenti fino a 25mila euro coperti dalla garanzia pubblica previsti dal decreto di inizio aprile. 

Si può, quindi, tramite mail, firmare il contratto di finanziamento, sottoscrivere la richiesta di accesso al Fondo di garanzia, presentare una copia di un documento d’identità, compilare un’autocertificazione su ricavi e spese del personale. Tempi necessariamente più lunghi per le garanzie sulle aziende di maggiore dimensioni tramite la garanzia Sace visti gli importi maggiori.

Ricordiamo che i prestiti fino a 25 mila euro (o entro comunque il limite del 25% dei ricavi) hanno una durata massima di sei anni e un periodo di pre-ammortamento di 24 mesi. Per questo tipo di prestiti è prevista una garanzia statale pari al 100% dell’importo chiesto alla banca.

Ecco due esempi di prestiti erogabili forniti da ABI

Nel caso vengano presentate più domande di finanziamento da parte di banche diverse in relazione allo stesso soggetto, Il Fondo rilascia la propria garanzia con riferimento alle prime domande presentate fino a concorrenza dell’importo massimo garantibile.

IMPRESA A
Importo ricavi = 120.000 euro
25% ricavi = 30.000 euro
Importo massimo garantibile = 25.000 euro
Modalità di erogazione
Banca X = 25.000 Banca X = 15.000 + Banca Y = 10.000

IMPRESA B
Importo ricavi = 80.000 euro
25% ricavi = 20.000 euro
Importo massimo garantibile = 20.000 euro
Modalità di erogazione
Banca X = 20.000 Banca X = 15.000 + Banca Y = 5.000

QUI PUOI SCARICARE LE INDICAZIONI DI ABI SU COME RICHIEDERE IL PRESTITO

Saldi, in Lombardia sino al 3 marzo

Saldi invernali al via anche in Lombardia: si comincia sabato 4 gennaio con le offerte che andranno avanti per 60 giorni, sino al 3 marzo. 15 milioni le famiglie interessate a livello nazionale, con una spesa totale, secondo le previsioni di 5,1 miliardi di euro. La spesa media a persona? 140 euro.

Scontrino elettronico, si parte (con il bonus)

Scontrino elettronico al via: dal 1 gennaio 2020, per tutti coloro che svolgono un’attività commerciale al dettaglio, è scattato l’obbligo di memorizzazione elettronica e trasmissione telematica dei corrispettivi.

In pratica, si tratta della nuova certificazione che sostituisce i vecchi scontrini fiscali e le ricevute.

Importante: per chi non si è ancora dotato di un nuovo registratore telematico è prevista una “moratoria” delle sanzioni di sei mesi (fino al 30 giugno 2020).

Contributo statale per l’acquisto dei nuovi registratori telematici

Per l’acquisto del registratore telematico, o per l’adattamento del vecchio registratore di cassa, è previsto un contributo sotto forma di credito d’imposta pari al 50% della spesa sostenuta, per un massimo di 250 euro in caso di acquisto e di 50 euro in caso di adattamento.

Quali vantaggi?

Per esempio, non occorrerà più tenere il registro dei corrispettivi. La memorizzazione elettronica e la trasmissione telematica dei dati sostituiscono infatti gli obblighi di registrazione delle operazioni effettuate in ciascun giorno.

Inoltre, non sarà più necessaria la conservazione delle copie dei documenti commerciali rilasciati ai clienti (come avveniva, per esempio, con le copie delle ricevute fiscali), con conseguente riduzione dei costi e vantaggi operativi: infatti, questo sistema consentirà all’Agenzia delle entrate di acquisire tempestivamente e correttamente i dati fiscali delle operazioni per metterli a disposizione – mediante servizi gratuiti – degli stessi operatori Iva o dei loro intermediari, supportandoli nella compilazione della dichiarazione Iva e nella liquidazione dell’imposta.

Per tutti i dettagli sullo scontrino elettronico e sul bando per il nuovo registratore telematico, clicca qui