RISTORI IMPRESE NEI COMPRENSORI SCIISTICI: DOMANDE DA 29 OTTOBRE A 12 NOVEMBRE

“Un provvedimento importante che andrà a ristorare un comparto tra i più colpiti dall’emergenza pandemica, offrendo a tutti gli operatori una prospettiva di ripartenza con maggiore fiducia in vista della nuova stagione invernale”. Così Confcommercio Lombardia plaude all’approvazione della delibera della Giunta regionale lombarda che, su proposta dell’assessore alla Montagna Massimo Sertori di concerto con l’assessore al Turismo Lara Magoni, stanzia 33,8 milioni di euro per il sostegno alle imprese turistiche ubicate all’interno dei comprensori sciistici.

“Il provvedimento di Regione Lombardia è particolarmente significativo perché, anche a seguito della nostra costante interlocuzione, andrà a ristorare non solo le attività della ricettività, ma anche le imprese della ristorazione e del noleggio di attrezzature sciistiche” osserva Confcommercio Lombardia. “Un sistema fortemente interconnesso, quello dell’economia della montagna che, in Lombardia, vale oltre 500 milioni di euro ogni anno e che, in una stagione normale, vede oltre 2 milioni e 500 mila presenze con ricadute importanti anche sul turismo delle città”.

LA MISURA

Le imprese beneficiarie della misura possono essere ricondotte alle attività esercitate in forma di impresa, iscritte al registro delle imprese con i relativi codici Ateco, ed avere sede operativa nei Comuni dei comprensori sciistici. Il valore del contributo è in base alle differenti tipologie di strutture alberghiere, extralberghiere, categoria,  numero di posti letto e capacità ricettiva.

L’indennizzo può variare da un minimo di 15.000 euro fino a un massimo di 50.000 euro. L’operatore economico ha diritto a un ristoro per ogni unità operativa localizzata nel territorio di uno dei Comuni ricompresi nei comprensori sciistici. Tutto ciò entro il limite del triplo del contributo previsto per l’unità operativa maggiormente contribuita. Nel restante settore relativo all’erogazione dei servizi, l’indennizzo varia dai 5.000 agli 8.000 euro.

Il requisito formale di ammissibilità è il calo del fatturato pari almeno al 30% con riferimento. Il periodo compreso è quello tra il 1° novembre 2020 ed il 30 aprile 2021 rispetto allo stesso periodo della stagione sciistica 2018-2019. Il minor introito è da autocertificare in sede di presentazione della domanda. Per le imprese non attive nel 2018 il requisito formale di ammissibilità consiste nell’iscrizione nel registro delle imprese dal 1° gennaio 2019.

Tra i beneficiari rientrano ad esempio alberghi e residenze turistico alberghiere, villaggi turistici, ostelli della gioventù, rifugi di montagna, affittacamere per brevi soggiorni. Ammesse inoltre case ed appartamenti per vacanze gestiti in forma imprenditoriale, residence (foresterie e locande), aree di campeggio e aree attrezzate per camper e roulotte. Sono comprese anche le agenzie di viaggio e i tour operator (inclusi i consorzi turistici). Secondo i limiti previsti dalla delibera, usufruiscono di un contributo forfettario anche gli esercizi riconducibili ai codici Ateco della ristorazione con e senza somministrazione. Tra queste, gelaterie e pasticcerie, bar e altri esercizi simili senza cucina, nonché i noleggi di attrezzature sportive e ricreative.

Ad essere interessati sono 58 Comuni lombardi appartenenti a 7 province.

Bergamo

Branzi, Carona, Castione della Presolana, Colere, Costa Valle Imagna, Cusio, Foppolo, Gandino, Gromo, Mezzoldo, Moio de’ Calvi, Oltre il Colle, Piazzatorre, Rogno, Roncobello. Schilpario, Selvino, Songavazzo, Valleve, Valtorta, Vilminore di Scalve, Valbondione.

Brescia

Angolo Terme, Artogne, Bagolino, Borno, Breno, Collio, Corteno Golgi, Pisogne, Ponte di Legno, Temù.

Como

Sormano.

Lecco

Barzio, Casargo, Esino Lario, Margno, Moggio.

Pavia

Santa Margherita di Staffora.

Sondrio

Aprica, Bormio, Campodolcino, Caspoggio, Chiesa in Valmalenco, Gerola Alta, Lanzada, Livigno, Madesimo, Piuro, Teglio, Tirano, Valdidentro, Valdisotto, Valfurva, Villa di Tirano.

Varese

Brinzio, Cunardo, Maccagno con Pino e Veddasca.

Le domande  per l’assegnazione di contributi a sostegno delle attività turistiche presenti nei comuni ubicati all’interno dei comprensori sciistici potranno essere presentate a partire da venerdì 29 ottobre dalle ore 10.00 e fino al 12 novembre alle ore 16:00

Per ulteriori informazioni rivolgiti alla tua Confcommercio di riferimento.

 

 

CARO ELETTRICITA’ PER RISTORANTI, NEGOZI, ALBERGHI. CONFCOMMERCIO LOMBARDIA: “RISCHIO STANGATA”

Il vicepresidente vicario Carlo Massoletti: scenario preoccupante, intervenire per non azzoppare la ripresa

Una stangata da quasi 1 miliardo e mezzo di euro. E’ quella che potrebbe abbattersi sulle imprese lombarde della distribuzione commerciale, della ristorazione, del turismo a seguito degli aumenti previsti sulla bolletta elettrica. A lanciare l’allarme è Confcommercio Lombardia, alla luce della preannunciata crescita del costo dell’energia per le imprese, calcolata da Confcommercio in +42% per l’elettricità e + 38% per il gas ad ottobre.

Una prospettiva che ci vede fortemente preoccupati – afferma il vicepresidente vicario di Confcommercio Lombardia Carlo MassolettiIl rischio è quello di un vero e proprio salasso per le imprese. Bisogna intervenire ad ogni livello per non azzoppare la ripresa”.

L’aumento del costo dell’energia, se non ci fossero interventi correttivi, si abbatterebbe inevitabilmente sul settore terziario lombardo, che conta complessivamente oltre 530 mila imprese. Secondo le stime di Confcommercio con Nomisma energia, un negozio tipo potrebbe vedere la bolletta elettrica salire di 6 mila euro in un anno, un ristorante di oltre 8.500 euro, un albergo intorno ai 20 mila euro.

La Lombardia rischia di pagare un conto anche più salato di altri proprio in virtù del suo importante tessuto economico. Basti pensare che il solo settore terziario consuma quasi 20 mila Gwh di elettricità in un anno, un quinto dell’intero consumo di energia elettrica del comparto a livello nazionale. Un conto che però non ci possiamo permettere, soprattutto in questo momento in cui si sta tendando la risalita” rileva Massoletti.

Il tema dell’energia è a tutti gli effetti, fondamentale – aggiunge Massolettiperché rientra tra i costi incomprimibili che incidono in maniera determinante sull’attività dell’impresa, con ricadute anche per il consumatore finale”.

Rilanciamo quindi l’appello della nostra Confederazione per intervenire sugli oneri di sistema che gravano sulla bolletta delle imprese – conclude Massoletticosì come, naturalmente, auspichiamo una riduzione delle imposte sull’elettricità. Migliaia di imprese si stanno rialzando a fatica da una crisi senza precedenti, non possiamo permetterci nessun passo indietro”.

NASCE TERZIARIO DONNA LOMBARDIA; IMPRENDITORIA FEMMINILE CUORE DELLA RIPRESA

Presentati i risultati di un sondaggio sulle aspettative delle imprese nella fase della ripartenza

 Lionella Maggi eletta presidente: “Siamo di fronte alle sfide che guideranno la risalita dell’economia, imprenditoria femminile al centro”

 Uno sguardo complessivamente positivo per il futuro immediato della propria impresa, per un sistema che metta al centro le persone, con rinnovata attenzione alla sicurezza, e che colga le opportunità dell’accelerazione digitale. E’ il quadro della ripartenza vista dal mondo dell’imprenditoria femminile tratteggiato da un sondaggio di Confcommercio Lombardia i cui risultati sono stati presentati in occasione del primo Consiglio direttivo di Terziario Donna regionale. Presidente di Terziario Donna Lombardia è stata eletta Lionella Maggi, vicepresidente Cristina Riganti.

Ci troviamo di fronte ad importanti sfide che guideranno la ripresa dell’economia e, in questo contesto, dobbiamo impegnarci sempre di più nella promozione dell’imprenditoria femminile” ha affermato la neopresidente di Terziario Donna Lombardia, Lionella Maggi, imprenditrice nel campo dell’intermediazione immobiliare e già presidente di Terziario Donna Milano. “I risultati del sondaggio di Confcommercio Lombardia – rileva Lionella Maggici indicano la strada. Penso che oggi sia imprescindibile puntare su due driver in particolare. Da una parte la sostenibilità, tema che, peraltro, incontra sensibilità e capacità tipicamente femminili. Dall’altra parte, mi piacerebbe contribuire come Terziario Donna Lombardia alla costruzione di un sistema di welfare in grado sia di aiutare la conciliazione vita e lavoro delle donne, sia di intercettare la crescente attenzione alla salute individuale e alla prevenzione”.

Il sondaggio diffuso da Confcommercio Lombardia ad oltre 350 imprese in occasione dell’istituzione della zona bianca in regione ha rivelato come le imprenditrici abbiano una visione complessivamente positiva per il futuro della propria attività (80%). Le prospettive sono infatti definite positive da più di un’imprenditrice su due (52%), o stazionarie per il 28%. Solo il 20% si è espressa in maniera negativa. Una percezione, insomma, globalmente ottimista, anche rispetto agli imprenditori uomini, per i quali la percentuale di chi si è detto apertamente negativo è al 26%.

Sul fronte dell’occupazione, per 8 imprenditrici su 10 (81%) il numero dei dipendenti/collaboratori resterà stabile nei prossimi mesi, per il 15% diminuirà, per il 4% andrà incontro ad un aumento.

Chiamate ad esprimersi su un lascito degli ultimi, difficilissimi, mesi su cui varrà la pena continuare ad investire, un’imprenditrice su cinque (21%) auspica un sistema che permetta di conciliare meglio famiglia e carriera; il 22% guarda con interesse all’implementazione di politiche sostenibili; un’imprenditrice su tre (30%) ha risposto di vedere come un’opportunità l’accelerazione sul digitale e pensa che le restrizioni abbiano rappresentato un modo per ripensare il proprio business alla luce di nuove esigenze della società. Una su due (53%) vede come eredità la maggiore attenzione riservata alla salute e alla prevenzione.

In Lombardia le imprese a guida femminile sono circa 160 mila, il 19% del totale, il 13% delle imprese femminili del totale nazionale.

In Lombardia l’imprenditoria femminile è particolarmente forte e, soprattutto in un contesto storico come questo, deve essere protagonista della ripresa” ha affermato la vicepresidente Cristina Riganti, imprenditrice attiva nel commercio e già presidente di Terziario Donna Varese “Ci sono partite in cui giochiamo già un ruolo di primo piano. Penso, ad esempio, alla sensibilità verso un’economia che definiamo generativa, in grado cioè  di avere ricadute davvero positive per il sistema nel suo complesso, per il territorio, per la collettività. Ma dobbiamo fare in modo che l’attenzione si alzi su temi fondamentali come le politiche per sostenere la ripartenza e il welfare. E’ il momento in cui si può cambiare paradigma, mettendo al centro l’attenzione alle persone e noi, come imprenditrici, possiamo davvero fare la differenza”.

 

CONFCOMMERCIO LOMBARDIA: DAL 1° GIUGNO RIPARTENZA POSSIBILE PER ALTRE 22 MILA IMPRESE DELLA RISTORAZIONE

“Il balzo più consistente si avrà con la zona bianca e la caduta del coprifuoco. L’emergenza non è finita, ma il sostegno migliore è poter lavorare”

Oltre 22 mila imprese; è il numero delle attività lombarde della ristorazione che dal primo giugno potranno tornare a lavorare perché finalmente in grado di sfruttare gli spazi all’interno. Un primo passo, parziale, verso il ritorno alla normalità in attesa della zona bianca e della conseguente caduta anche del limite orario imposto dal coprifuoco.

“Una boccata d’ossigeno per bar e ristoranti che non avendo spazi all’esterno, erano in forte difficoltà” osserva Confcommercio Lombardia: “Pensiamo anche alle attività nelle zone di montagna, fortemente condizionate, nella fruizione degli spazi all’aperto, dalle temperature. Dal 1° giugno insomma, potranno, seppur con le importanti limitazioni dovute alle norme di sicurezza, tornare a lavorare e si potrà quindi sanare una prima, grave, distorsione. Fermo restando il sollievo per l’intero comparto”.

L’attesa, però, è per il probabile passaggio in zona bianca “Non dimentichiamoci che con una ripresa, in sicurezza ma sostanziale, della vita sociale delle nostre città, ci saranno ricadute positive, a cascata, su tutti i comparti del commercio e dei servizi”.

“E’ innegabile che il vero salto ci sarà con la zona bianca, non solo perché un Paese, e una Regione senza più il coprifuoco sono decisamente più appetibili dal punto di vista turistico, ma anche per uno scarto psicologico, che può dare speranza e prospettiva dopo mesi di pesantissima sofferenza” aggiunge Confcommercio Lombardia. “Anche se, dobbiamo sempre ricordare che non si potrà tornare immediatamente ai livelli pre-crisi”.

La zona bianca offrirà un orizzonte per altre attività al momento ferme: dalle cerimonie ai parchi tematici, ai congressi. “Per contro, ci sono altri comparti, come quello delle discoteche, in grandissima sofferenza. Per questo serviranno ancora interventi di sostegno e di accompagnamento alla ripartenza, perché la coda dell’emergenza economica, che nel 2020 a livello nazionale ha visto un crollo della spesa solo nella ristorazione per oltre 31 miliardi, sarà ancora lunga e non dobbiamo abbassare la guardia” rileva Confcommercio Lombardia.

“La voglia diffusa, a tutti i livelli,  è quella di poter ripartire perché il sostegno migliore, come diciamo sempre, è quello di poter ricominciare a lavorare, in sicurezza, e guardando con un po’ più di fiducia al futuro” conclude Confcommercio Lombardia.

PASQUA, PER COMMERCIO E RISTORAZIONE -2,5 MILIARDI IN UN MESE; IMPRESE CHIEDONO DI POTER RIAPRIRE IN SICUREZZA PRIMA DI MAGGIO

Le prospettive con la zona rossa sino a metà aprile. Per le festività pasquali si perderanno 470 milioni di euro

L’allarme: siamo al tragico bis del 2020, l’unica prospettiva è riaprire in sicurezza il prima possibile

 

E’ pesantissima la prospettiva del periodo pasquale in zona rossa per le attività di commercio, turismo e servizi della Lombardia. Complessivamente, un mese di chiusure, da metà marzo a metà aprile, costerà 2 miliardi e 458 milioni. Nei giorni di Pasqua si perderanno 470 milioni di euro rispetto al 2019. Allarme per le strutture ricettive, con chiusura quasi totale.

E’ la seconda Pasqua passata a tutti gli effetti in lockdown, un altro durissimo colpo a fronte di sostegni ancora insufficienti, che bastano a malapena a coprire poche spese fisse e niente di più ma soprattutto tardivi e con criteri di accesso troppo restrittivi” commenta Carlo Massoletti, vicepresidente vicario di Confcommercio Lombardia.

L’impatto delle restrizioni sarà particolarmente grave per la ristorazione (-80%), per i servizi ricreativi (-75%), per il commercio al dettaglio (-70%).

Scenario nerissimo anche per l’accoglienza. “Nelle strutture ricettive siamo di fronte a tassi di occupazione delle camere quasi a zero, in un contesto in cui la maggior parte degli operatori sui laghi, in montagna e nelle città d’arte non ha neppure aperto, considerate le restrizioni agli spostamenti” spiega Massoletti.

Non è pensabile che le imprese possano sopportare ancora a lungo questa situazione di gravissimo danno economico e profonda incertezza. Il punto è che il deciso cambio di passo sui sostegni non si è ancora visto. E sulle imprese lombarde pesano le conseguenze delle chiusure imposte da inizio anno. Bruciano, in particolare, quelle per l’errata zona rossa di gennaio” sottolinea Massoletti.

Le imprese chiedono soltanto di poter lavorare. Se i numeri del contagio saranno in calo, auspichiamo che si proceda con le opportune valutazioni e si consentano in sicurezza le riaperture al più presto, senza attendere sino a maggio. Non è accettabile procedere con il paraocchi, non è corretto, né giusto nei confronti di migliaia di imprese che soffrono da oltre un anno e che speravano in questa primavera per poter ripartire. E invece siamo al tragico bis del 2020” conclude Massoletti.

OLIMPIADI: CONFCOMMERCIO LOMBARDIA SIGLA PROTOCOLLO DI INTESA CON FONDAZIONE MILANO-CORTINA E CONFCOMMERCIO VENETO

Fare squadra in un momento difficile, guardare con fiducia al futuro, valorizzare le eccellenze del commercio, del turismo e dei servizi in vista dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Milano Cortina 2026.

E’ con questa premessa che la Fondazione Milano Cortina 2026 e le Confcommercio di Lombardia e Veneto hanno siglato un protocollo d’intesa valido fino a luglio 2026. Oggetto dell’intesa: rafforzare il dialogo tra il Comitato Organizzatore dei Giochi Olimpici e Paralimpici italiani e le migliaia di aziende locali attive nel territorio; coinvolgere le migliori eccellenze di due delle Regioni che ospiteranno i Giochi in questo viaggio verso l’evento.

Una collaborazione strategica a lungo termine, quella siglata tra la Fondazione, Confcommercio Lombardia e Confcommercio Veneto, in piena aderenza ai principi di trasparenza, concorrenza e non discriminazione, con l’obiettivo di informare e promuovere tra le aziende associate la possibilità di fornire beni e servizi legati alla manifestazione.

“Le Olimpiadi e Paralimpiadi italiane”, dichiara l’amministratore delegato della Fondazione Milano Cortina 2026, Vincenzo Novari, “saranno un’occasione fondamentale per rilanciare l’immagine dell’Italia e per promuovere nel mondo le eccellenze del nostro commercio e del nostro turismo. La partnership strategica firmata con le Confcommercio di Veneto e Lombardia rappresenta per noi e per migliaia di imprese un segnale di ottimismo in un periodo difficile”.

“Il nostro Paese e le nostre imprese hanno bisogno di segnali di fiducia per ricominciare a costruire un futuro oltre la pandemia. La firma del protocollo per coinvolgere il sistema imprenditoriale di Lombardia e Veneto in vista delle Olimpiadi invernali 2026 va esattamente in questa direzione”, dichiara Carlo Sangalli, Presidente di Confcommercio Lombardia.

“Come dimostra l’esperienza vincente di Expo 2015 i grandi eventi globali, se ben gestiti, sono un forte volano di sviluppo che dispiega i suoi effetti positivi già negli anni che lo precedono. Ovviamente – prosegue – tutto dipenderà dall’evoluzione dell’emergenza sanitaria. Secondo le stime dell’Università Bocconi – in condizioni normali – sono previsti 2,8 miliardi di euro di produzione generata e 1,2 miliardi di euro di valore aggiunto, con oltre 20 mila nuovi occupati”.

“Grazie a questo protocollo – conclude Sangalli – diamo vita ad una piattaforma che permetterà alle imprese dei territori di essere maggiormente informate e coinvolte nelle varie iniziative. L’accordo è strategico perché crea un filo diretto tra Fondazione e mondo imprenditoriale facilitando le occasioni di crescita e preparando le basi per una eredità che produrrà effettivi positivi anche dopo il 2026”

“Il Veneto delle piccole e medie imprese ha moltissimo da dare ai Giochi del 2026 – dichiara Patrizio Bertin, presidente di Confcommercio Veneto. A Cortina d’Ampezzo si sono appena conclusi i Mondiali di sci alpino, che nella situazione pandemica attuale sono diventati esempio di resilienza e voglia di ripartire. Ora è tempo di guardare già alle Olimpiadi e il nostro sistema si mette a disposizione con la sua esperienza e professionalità. Con questo protocollo d’intesa facciamo squadra affinché la Fondazione e le eccellenze venete stringano un patto di collaborazione che porterà un valore aggiunto nell’organizzazione dell’evento internazionale”.

CONFCOMMERCIO LOMBARDIA: ZONA GIALLA IN REGIONE BRUCIA 440 MILIONI DI EURO

Bene le dichiarazioni di intenti su ristori immediati, ma non restino sulla carta

Le imprese aspettano ancora i risarcimenti per la zona rossa “sbagliata”

 

“440 milioni di euro: a tanto ammonta il conto lombardo per ogni mese di zona gialla. Le imprese soffrono ancora; per questo ci aspettiamo risarcimenti adeguati e soprattutto veloci”: a dirlo è Confcommercio Lombardia, che spiega: “Le imprese della ristorazione, 45.500 in Lombardia, strette nelle limitazioni di orario che impediscono di poter lavorare la sera, stanno perdendo il 30% del proprio fatturato. Un salasso che arriva, peraltro, dopo mesi di incertezze, chiusure e continui stop and go. E’ evidente che così sia difficile andare avanti”.

L’analisi di Confcommercio Lombardia arriva nelle stesse ore in cui il Governo è riunito per discutere dei nuovi decreti.

“Ben vengano le dichiarazioni di intenti su risarcimenti immediati e contestuali alle chiusure; l’importante è che l’idea non resti solo sulla carta perché le imprese stanno ancora aspettando una parte dei ristori promessi e il risarcimento dei danni per le serrate ingiustificate” rileva Confcommercio Lombardia. “Stiamo parlando delle conseguenze della zona rossa imposta per errore in regione a gennaio: 600 milioni di euro che le imprese si aspettano vengano risarciti, senza se e senza ma. Ricordiamo che siamo in attesa del decreto Ristori cinque e che all’appello mancano ancora risorse per le chiusure di Natale e per i danni subiti dalle imprese del comparto della montagna. Auspichiamo, quindi, che il nuovo Governo possa imprimere quella velocità che, fino ad oggi, a tutti gli effetti, è mancata”.

“In gioco – sottolinea Confcommercio Lombardia – è la tenuta del sistema commerciale delle nostre città, già in forte sofferenza se pensiamo che, solo nei centri storici di 120 medie città italiane, hanno chiuso 77 mila imprese negli ultimi otto anni. E come ha affermato il presidente Carlo Sangalli, uno dei modi per fermare la desertificazione commerciale è proprio garantire il sostegno alle imprese più colpite dai lockdown”.

“E’ necessario, inoltre – conclude Confcommercio Lombardia –  che la comunicazione su eventuali restrizioni avvenga con tempestività e un giusto preavviso. Altrimenti le imprese subiscono un doppio danno: per le chiusure e gli annunci tardivi. Le imprese non possono continuare a subire serrate annunciate un giorno per l’altro”.

 

SCI, CONFCOMMERCIO LOMBARDIA “ANNUNCIO A POCHE ORE DA RIAPERTURA E’ SCONCERTANTE. STAGIONE PERSA”

“Siamo alle solite, è un modo di procedere che ci lascia francamente sconcertati” Cosi Confcommercio Lombardia dopo l’annuncio dello slittamento delle riaperture degli impianti da sci .
“Non è possibile che la comunicazione arrivi a poche ore da quella che doveva essere la riapertura” commenta Confcommercio Lombardia “Il danno sarà enorme: alberghi, negozi, ristoranti, centinaia di imprese avevano pianificato la ripartenza richiamando dipendenti, si erano rifornite, avevano accettato prenotazioni”
“Gli imprenditori meritano rispetto. Questa mossa dell’ultimo minuto rischia di essere il colpo finale anche per chi, a fatica, era riuscito a restare in piedi dopo mesi di chiusura” aggiunge Confcommercio Lombardia “La stagione, mai di fatto partita, è praticamente finita: la situazione è estremamente grave per  il comparto della montagna si rischia davvero il punto di non ritorno”
“Le imprese dovranno essere risarcite velocemente, ma il caos generato dall’ennesimo annuncio tardivo avrà un impatto non meno grave della stessa chiusura”

CONFCOMMERCIO LOMBARDIA: “NON DEVE CALARE IL SILENZIO SULLA ZONA ROSSA INGIUSTIFICATA DI GENNAIO”

Si deve trovare una modalità di risarcimento del danno: le imprese se lo aspettano e non dimenticano. Anche il nuovo Governo si occupi della questione

“L’auspicio ovviamente è che la Lombardia resti in zona gialla e che, all’orizzonte, possa esserci il via libera all’apertura della ristorazione sino alle 22 e che anche le altre attività di servizi chiuse possano gradualmente riprendere”. Così Confcommercio Lombardia alla vigilia della verifica per il “colore” delle Regioni. Confcommercio Lombardia torna, però, su due fronti ancora aperti, quello dei ristori e quello dei danni subiti dalle imprese a seguito dell’errore che portò la Lombardia in zona rossa a metà gennaio. “Sul primo punto ribadiamo l’appello del presidente Carlo Sangalli al presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi per ristori tempestivi e adeguati alle effettive perdite di fatturato. Sul secondo aspetto, vogliamo sottolineare una cosa: le imprese se lo aspettano e non dimenticano, i giorni di chiusura immotivata devono essere risarciti”. “Sul tema della zona rossa ingiustificata non deve calare il silenzio” prosegue Confcommercio Lombardia “i danni subiti dalle imprese, di tutti i settori, dal commercio al dettaglio alla ristorazione, sono ancora tutti lì a pesare come un macigno sulle spalle degli imprenditori. Ricordiamolo: la sola settimana di zona rossa dal 17 al 24 gennaio è costata in Lombardia almeno 600 milioni di euro. Si deve trovare una modalità di risarcimento del danno”.

“Le polemiche e il rimpallo delle responsabilità non ci appassionano, qui il punto è un altro” sottolinea Carlo Massoletti, vicepresidente vicario di Confcommercio Lombardia “Auspichiamo che anche il Governo che sta per nascere si occupi il prima possibile della questione. E rivolgiamo un appello affinché, in questa nuova fase, Esecutivo e Regione trovino una linea comune. Si individui, insomma, la formula più adatta, ma si trovino le risorse”.

“Aspettiamo ristori, che a questo punto sono risarcimenti, perché abbiamo subito un danno ingiusto, e il tema deve essere sempre all’ordine del giorno, a tutti i livelli istituzionali. Ed è giusto – conclude Confcommercio Lombardia – che le imprese abbiano una risposta, il prima possibile”.

CONFCOMMERCIO LOMBARDIA: “MONTAGNA, BENE LA RIAPERTURA IL COMPARTO RIVENDICA CERTEZZE”

In vista del 15 febbraio sostegno alla richiesta di Regione Lombardia di accogliere la sera nei ristoranti  i clienti degli alberghi nelle vicinanze delle strutture ricettive: “Una scelta di puro buon senso”

 “Cluster” di imprese fortemente interconnesse e specializzate: “Non si possono programmare riprese dell’attività con un orizzonte di due settimane”

“Bene la riapertura degli impianti, ma la sfida della ripartenza ha bisogno di coordinamento e certezze, altrimenti ripartire per molti potrebbe essere difficile”. E’ il monito di Confcommercio Lombardia in vista della riapertura degli impianti nelle stazioni sciistiche.

“Accanto al sollievo, il sentimento prevalente tra gli operatori e quello della prudenza, perché è chiaro che è complesso pianificare il riavvio delle attività con restrizioni che cambiano nell’orizzonte di due settimane” spiega Confcommercio Lombardia.

“Quando parliamo di montagna è opportuno ricordare che ci riferiamo a realtà molto particolari: si tratta di veri e propri ‘cluster’ di imprese – dagli alberghi ai ristoranti, dalle scuole di sci alla logistica e alle attività commerciali – fortemente interconnesse e altamente specializzate che, per funzionare,  hanno bisogno di un sistema che si rimetta in moto tutto insieme”.

“Ricordiamo che l’economia della montagna, in Lombardia, vale oltre 500 milioni di euro ogni anno e che, in una stagione normale, vede oltre 2 milioni e 500 mila presenze con ricadute importanti anche sul turismo delle città”.

Tra i nodi da sciogliere c’è quello legato alla ristorazione serale, per questo Confcommercio Lombardia sostiene le richieste degli assessori regionali Guidesi, Magoni e Sertori sulla possibilità di accogliere i clienti degli alberghi nei ristoranti nelle vicinanze delle strutture ricettive: “Una scelta di  puro buon senso: al centro deve esserci sempre l’attenzione ai clienti che, altrimenti, si ritroverebbero senza un servizio essenziale e allo stesso tempo tanti alberghi privi di ristorante si vedrebbero tagliati fuori da ogni possibilità di riaprire”.

“Senza ristorazione serale – osserva Confcommercio Lombardia – si favorirà soltanto un turismo mordi e fuggi. Non è realistico e non è pensabile che si sia incentivati a passare un fine settimana in montagna se non si sa dove cenare o si è costretti a farlo restando chiusi in camera. Per noi la prospettiva resta quella della ristorazione, per tutti, aperta sino alle 22, ma per le attività della montagna, dove tutto si tiene, diventa un tema ancora più delicato”.

“L’economica della montagna è estremamente complessa e, allo stesso tempo, è stata tra le più colpite da un anno di pandemia. L’attenzione dev’essere massima per offrire prospettive e, soprattutto, certezze a migliaia di imprese che, nel rispetto delle norme di sicurezza, aspettano finalmente di ripartire” conclude Confcommercio Lombardia.